Il titolo è un chiaro rimando ad “Aspettando Godot” di Samuel Becket, un riferimento voluto dal regista Marco Cervelli.

Anche qui i protagonisti sono in attesa di qualcosa o qualcuno che non arriverà mai. Tuttavia la loro attesa non li porterà al vuoto esistenziale, bensì alla consapevolezza che ciò che hanno ricevuto in questa attesa è paragonabile, se non addirittura superiore, a quello che stavano aspettando.

Nella scenografia si è voluto sottolineare, con colori e forme, gli stati d’animo dei vari personaggi, seguendoli nella loro attesa, per intensificare l’azione drammatica voluta dal regista.